In linea con iniziative legislative similari di altri Pasi europei, questa nuova tipologia di visto mira a rispondere alle esigenze di un mondo del lavoro sempre più delocalizzato, anche per via della forte spinta data dalla crisi pandemica mondiale del 2020/2021.
Inoltre, l’iniziativa può essere ricondotta alla volontà di attrarre potenziali nuovi residenti fiscali in Italia al reddito medio-alto e quindi capaci di contribuire in modo significativo al gettito fiscale senza d’altra parte occupare posti di lavoro italiani, considerato che il nomade digitale generalmente lavora per un datore di lavoro o un committente estero.
L’introduzione di un Visto per Nomadi Digitali pare quindi rappresentare, da un lato, una possibile nuova fonte di introiti per le casse dello Stato e l’economia italiana; e dall’altro un’opportunità senza precedenti per chi abbia voglia di godersi “la dolce vita” del bel Paese senza rinunciare al proprio lavoro nel paese di origine o di provenienza.
Il presente articolo intende dunque fornire una breve guida di orientamento per il cittadino non europeo che stia considerando di trascorrere in Italia un periodo di tempo di medio/lungo termine lavorando da remoto.
Questa possibilità è in effetti aperta a partire dal 4 Aprile 2024 per vai dell’adozione del necessario Decreto attuativo del Ministero dell’Interno.
Per maggiori informazioni, si rimanda ad un articolo di approfondimento pubblicato sul tema dall’Avv. Pietro Derossi, responsabile del Dipartimento di Diritto dell’Immigrazione e Global Mobility presso LEXIA.
Scritto da Pietro Derossi.e Maria Cherubini